Quando il Padre del Friuli marciò vittorioso su Roma tiranna…

Nota culturale del Fogolâr Politic celebrativa del Rubicone ossia della rivolta dell'antico patrono della plebe romana Gaio Giulio Cesare, anche autore della prima comunità friulana, contro una repubblica dei potenti, oppressori della cittadinanza. Il coordinatore prof. Travain: "Che questo Friuli Venezia Giulia sia l'unica regione al mondo intitolata al 'lider maximo' popolare dell'orbe classico dovrebbe almeno far pensare ed ispirare a valori di riscatto delle plebi odierne!".
"Il 10 gennaio 49 a.C., Giulio Cesare, unico leader popolare vittorioso dell'Antichità, proconsole della Cisalpina e padre eponimo del Friuli, alla testa di un'armata tratta dalla regione di Aquileia, varca il confine gallico del Rubicone e, paladino della plebe, marcia sulla Roma dei patrizi oppressori di una repubblica fatta tirannide. Da decenni, in Friuli Venezia Giulia, il movimento civista del Fogolâr Civic celebra quella data storica, di rilevanza intercontinentale, come una giornata del riscatto civico contro le false democrazie. Fogolâr Politic ne segue l'orma". Questa la nota diffusa sui social, il 10 gennaio 2023, dal sodalizio civista Fogolâr Politic, braccio politico neocostituito del movimento ultratrentennale del Fogolâr Civic, che, sulla scia delle riflessioni proposte da arguti politologi e storici americani della levatura di Michael Parenti, ha riaccreditato, in questi anni, in Friuli, la figura del grande statista romano, capo supremo del "populares", che in regione pose il suo quartier generale e vi lasciò persino in eredità in nome. "Che questo Friuli Venezia Giulia - commenta il coordinatore politico del sodalizio in questione, prof. Alberto Travain - sia davvero l'unica regione al mondo intitolata proprio al 'lider maximo' popolare della Classicità dovrebbe almeno far pensare e ispirare effettivamente a valori di riscatto delle plebi odierne. Plebi che spesso sono giocoforza accondiscendenti nei confronti dei poteri che le sovrastano, perpetuando così e rinnovando, senza soluzione di continuità, sudditanze oscuranti ogni anelito alla libertà e alla dignità del singolo e di un popolo intero. Cesare sfidò la repubblica oligarchica della casta patrizia e dei suoi tirapiedi facendo sognare una Roma nuova, in cui anche gli umili potessero ambire, potessero contare. Valori riaccesi più volte nei secoli e nei millenni anche sul piano locale friulano, per esempio con l'eccezionale rivisitazione rinascimentale del tribunato della plebe paesana. Dopo 2072 anni, Cesare ritorna a sondare gli animi, a pungolare le nostre coscienze di cittadini scoraggiati, avviliti. Con buona pace di chi considera comodamente il passato morto, sepolto, incapace di parlare al presente, a meno che non si tratti, al contrario, d'inconfessato e scottante timore della sua attualità concreta!".