“L’Amministrazione Fontanini a Udine non ha costruito coerentemente comunità e men che meno democrazia!”

16.02.2023

Il bilancio di fine mandato dell'Amministrazione Fontanini a Udine al vaglio del coordinatore del movimento Fogolâr Politic "Europa Aquileiensis", prof. Travain: "Nessuno ha tentato di trasformare una città 'happy hour' in un vero popolo!".

All'indomani della comparsa, in Sala Aiace, a Udine, della Giunta municipale, per un bilancio di fine mandato amministrativo, affidato alla sintesi degli organi di stampa, il prof. Alberto Travain, coordinatore del movimento Fogolâr Politic "Europa Aquileiensis", braccio politico di oltre un trentennio di civismo culturale racconto dal Fogolâr Civic, ha commentato, attraverso pubblica allocuzione online, il quadro prospettato dall'Amministrazione uscente. Scettico il leader fogolarista sul vantato posto di polizia locale in Borgo Stazione, la sera chiuso e quindi di dubbia utilità effettiva impostato in tali termini. Travain ha ironizzato sul vanto fontaniniano inerente alle numerose piantumazioni arboree e sull'insopportabile autocelebrazione di una "politica del fare", agevolata da un tempo di "vacche grasse" o di "recovery fund" seguito ad un'epoca di "spending review". Una "politica del fare" apparentemente, a monte, priva di un'idea di città che vada oltre marciapiedi e rotonde. E Travain si è chiesto come mai nessun vanto meni l'Amministrazione su temi come quelli dell'identità, della coesione sociale, della comunità e della partecipazione: "Su questi temi se il Comune si è mosso e non se ne vanta è perché non ci credeva. L'identità civica per esso è stata un'estemporaneità. Nemmeno l'assessore all'istruzione Marioni risulta dalla stampa aver annoverato tra le sue medaglie la didattica civica connessa al tema del Patrono laico della città, il Patriarca Bertrando, padre leggendario della partecipazione popolare cittadina". In effetti, i temi della partecipazione e della stessa democrazia, quest'Amministrazione, secondo il capo di Fogolâr Politic, li avrebbe davvero affossati, varando, tra l'altro, la riforma rionale più antidemocratica della storia urbana: mai visti, infatti, in 800 anni di vicenda cittadina, consigli di quartiere interamente nominati dall'Autorità comunale. Una cosa inaudita, un affronto alla civiltà democratica locale, a dire il vero - ha rimarcato Travain - ben poco reattiva nella concretezza della circostanza, con opposizioni di sinistra e non tutt'altro che pronte alle barricate di fronte a simile abominio culturale, quanto piuttosto acconciate ad accettarlo ed, in larga parte, a contribuire a gestirlo. Il coordinatore fogolarista ha affermato che in tema d'identità e comunità udinesi, l'Amministrazione nulla convintamente e coerentemente ha fatto e nulla rivendica conseguentemente di aver fatto in quel determinato campo. Secondo Travain, il Primo Cittadino Fontanini nulla avrebbe capito delle esigenze primarie di una città che non esiste più come popolo bensì soltanto come "happy hour". Il tribuno civista però si è chiesto se davvero la cittadinanza, la gente comune, avanzi altre istanze rispetto agli orizzonti fontaniniani. E si è dato anche un'amara risposta ossia forse per nulla, vaticinando una sua rielezione, alla faccia di chi, ancor prima di una falsa ed inconsistente Capitale del Friuli, vorrebbe per lo meno una città affiatata, inclusiva perché radicata, partecipata perché coesa, orgogliosa, forte. "Forse, Fontanini non capisce queste cose: ride, sbeffeggia chi ancora si attarda su questi temi. Sì, forse, siamo indietro noi o, forse, siamo troppo avanti per farci ascoltare. Siamo troppo avanti, troppo profeti, visionari, forse non solo per Fontanini ma per la stragrande maggioranza degli udinesi ai quali non interessa di essere o meno comunità. Oggi c'è un egoistico 'di bessôi' imperante: un 'di bessôi' individuale, superbo, personalistico, in cui il prossimo, il concittadino, non esiste il proprio interesse: non esiste, è una 'rottura', un intralcio. Non serve reinventare una comunità udinese: bastano le piazze piene di gente sola, i bar pieni di gente sola, che non può contare sul proprio prossimo. Con tutto il rispetto: un'accozzaglia, debole, comprabile, soggiogabile, divisa. Non uno per tutti e tutti per uno, come i moschettieri. Non la Siena delle contrade, il Sudtirolo degli Schützen: quelle sono comunità irriducibili, di oggi, aperte al mondo, ricche ed affiatate. Una Udine persa, parvenza, ma con i marciapiedi, i boschi, le mostre, di quest'Amministrazione. Però una Udine dei marciapiedi, dei boschi e delle mostre non fa comunità! 'Bevìn un tai parsore, in some' e mettiamoci una pietra sopra... Esclamazione o punto di domanda?". Disarmante, amaro ma veritiero, così il referente di Fogolâr Politic ha concluso la sua analisi del mandato dell'Amministrazione comunale udinese uscente.  

Fogolâr Politic
Tutti i diritti riservati 2022
Creato con Webnode Cookies
Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia