Fogolâr Politic: “Ecco perché a Udine non voteremo Fontanini ma Marchiol!”

Punto d'onore e ragioni programmatiche hanno condotto i fogolaristi udinesi in evidente rotta di collisione con l'Amministrazione comunale uscente del cosiddetto capoluogo friulano. Eccone i motivi affidati a due allocuzioni online del prof. Travain, leader politico di quella porzione di civismo locale.
A pochi giorni dalla fine della campagna elettorale, ha affidato a due allocuzioni online – in italiano e friulano – il pensiero del gruppo Fogolâr Politic "Europa Aquileiensis" circa le sue ragioni di contrarietà al rinnovo della carica di Sindaco di Udine al prof. Pietro Fontanini. Così il prof. Alberto Travain, coordinatore del fogolarismo civista udinese ha voluto chiarire al popolo della rete le motivazioni che hanno portato la novella formazione politica espressione di quel civismo a schierarsi contro il candidato locale del centro-destra. Ribadita innanzitutto la ragion d'onore: "Non lo voteremo perché Fontanini ci ha traditi e offesi, come movimento e come persone". E ancora: "Ha tradito e offeso oltre trent'anni d'impegno civico socioculturale a sostegno di una dignità storica e contemporanea di una cittadinanza che in larga parte non la rivendica, anzi non sa nemmeno di cosa si tratti. Fontanini ci ha traditi perché nel 2018 "Europa Aquileiensis" primo braccio politico di questo nostro culturale movimento del Fogolâr Civic, aveva sottoposto un proprio programma due candidati al ballottaggio comunale, Fontanini appunto e Martines, ed a quel programma Fontanini aveva aderito chiedendo il voto per poi mai ricevere ufficialmente, una volta eletto, la rappresentanza della formazione e dare così seguito agli impegni assunti sul piano politico-amministrativo. E Fontanini inoltre ha tradito l'Arengo dei cittadini, l'assemblea di popolo della città, i cui magistrati aveva formalmente ricevuto il 20 settembre 2018 rinnovando promesse di collaborazione – assunte durante la campagna elettorale –, promesse in seguito mai mantenute. Motivo di contrasto fu certamente la riapertura al traffico di Via Mercatovecchio e soprattutto la riforma dei quartieri, la più antidemocratica della storia udinese. Proponemmo un armistizio – eravamo in guerra – nel 2021 e lo facemmo per onorare senza divisioni tra Civismo e Palazzo il ventennale del Patrono laico, il Patrono civico della città e quello della festa di compleanno del nucleo urbano, iniziative nostre, oltreché il secentenario del sacrificio dell'ultimo alfiere della Patria del Friuli di cui Udine rivendica notoriamente il titolo ancora di capitale. Armistizio fatto. Solo un armistizio. L'anno successivo lo schiaffo finale da parte del sindaco Fontanini con la prima riunione consiliare nella storia contemporanea della città dedicata al patrono laico Bertrando, nostra promozione, che ci ha visti volutamente esclusi dalle commemorazioni, rimpiazzati da valido intellettuale che nulla sapeva però delle battaglie da noi condotte per dare a Udine un simbolo storico interculturale di cittadinanza nell'attualità. Non sono sciocchezze queste per chi ha dedicato parte importante della propria vita alla promozione, al rinnovamento, dell'identità cittadina udinese. Queste sono sciocchezze per la gente comune, quella che nulla dedica al prossimo oltre al proprio interesse. Fontanini ha offeso così vivi e morti di una nobilissima, appassionata, competente mobilitazione civica che tanto ha dato alla città di Udine, città ingrata, irriconoscente, come denunciava lo stesso Fontantini qualche mese fa, Fontanini che di quella Udine certamente è rappresentante degno. Non voteremo quindi Fontanini: sarebbe votare contro noi stessi oltre al fatto che significherebbe sprecare il voto a favore di una cosiddetta 'politica del fare' che non guarda oltre il proprio naso e che non si accorge che oltre le rotonde, i marciapiedi, gli ascensori al Castello, le grandi mostre e le grandi sagre, oggi non esiste una comunità udinese e se esiste è ridotta ad un happy hour. L'inesistente tema dell'identità urbana, del senso di comunità cittadino che è il cardine di ogni vera, forte, convivenza civile… Non parliamo poi della partecipazione della cittadinanza. Parliamo ancor meno di una politica internazionale capace di fare della città ben altro che mero approdo turistico attorno al 'taiut' o ai dipinti del Tiepolo. Una Giunta 'del fare'... tanto per fare, non del progetto lungimirante, coordinato, coerentemente perseguito. Questo è il Fontanini che non voteremo: Fontanini & company naturalmente. Non c'è solo lui. Avevamo dato, allora, appuntamento interlocutorio agli altri candidati al Pozzo di San Giovanni – epicentro, cimelio, della 'Joibe Grasse' 1511, momento civico terribile, importante della nostra Storia – per un'occasione di condivisione. Si è presentato soltanto Marchiol. Un Marchiol di cui abbiamo apprezzato davvero il convergere programmatico su grandi visioni della città che anche noi per decenni abbiano promosso, visioni sui temi dell'identità, della comunità, della partecipazione, della centralità internazionale di Udine, a procedere da radici e motivazioni forti; dal sogno di una democratica Atene del Friuli e di una Nuova Aquileia interregionale, euroregionale. E allora: voteremo Marchiol, sosterremo Marchiol, alle elezioni e dopo. Marchiol: figura che incarna – abbiamo capito – decisamente nella propria vita il mito aquileiese, udinese, friulano di un'irriducibilità positiva, costruttiva, posta al servizio del bene comune. Votiamo Marchiol, per un popolo che conta in una città che conta; per ritornare grandi nel buon esempio; per ridare futuro alle radici gloriose di una città che quest'anno compie otto secoli su quali Fontanini e i suoi già oggi sorridono!". Il Compleanno della Città cade infatti il 13 settembre ed il Comune fontaniniano nel 2021 gli aveva persino dedicato Friuli Doc per poi fare marcia indietro l'anno successivo. Una coerenza impagabile!