Cividale del Friuli dimentica il suo Arengo democratico medievale?

Da Udine, il leader del movimento civista Fogolâr Politic, prof. Travain, si rivolge alla sindaca cividalese dott.ssa Bernardi per segnalare l'oblio degli antichi istituti civici partecipativi della Città Ducale nella cornice dell'epifanica rievocazione storica locale dei fasti del grande Patriarcato di Aquileia: "Un popolo educato ad una memoria suddita, non si affrancherà mai!".
"Pregiatissima, in occasione dell'Epifania, festa identitaria cividalese, innanzitutto formulo, per conto del movimento civista ultratrentennale che rappresento, auguri sinceri di buon prosieguo alla Sua bella città, matrice del Friuli. Nel ringraziare, come cittadino di questa terra, quanti a vario titolo hanno contribuito, anche in questo 2023, a rinnovare popolarmente il ricordo delle radici da cui trae motivo la consuetudine della locale Messa dello Spadone, mi permetto di segnalare, per il valore sommariamente coscientizzante sul piano storico dell'annesso evento rievocativo, l'eclissi totale di riferimenti alle istituzioni partecipativo-democratiche urbane dell'epoca considerata: mi riferisco in particolare all'Arengo cividalese. Il nostro Medioevo non è stato soltanto un'ubriacatura di feudalesimo associato a un potere teocratico incapace di porre fine allo schiavismo della servitù della gleba, ma anche un esercizio di singolari democrazie dirette, ad oggi insuperate. Sarebbe bene che questo emergesse anche in seno alla grande rievocazione epifanica patriarchina, evitando così di riservare al popolo una memoria storica da massa informe, dedita soltanto ed eternamente a mantenere ed a subire le proprie classi dirigenti privilegiate. Voglia gradire costruttivamente un simile rimarco dal movimento civista udinese che, isolato nella Storia contemporanea, ha avuto, sin dal 2001, la bontà di commemorare l'unica rivolta popolare democratica del Medioevo cividalese ossia quella di Bertulo da Porta Brossana: nostro unico fine è contribuire al bene comune evitando l'oblio a quanti nel passato, a partire dal Friuli e dalle regioni dell'Europa aquileiese, hanno testimoniato, anche a costo dell'estremo sacrificio, ideali di civico riscatto". Così il prof. Alberto Travain, leader del neonato Fogolâr Politic, sodalizio friulano di cultura politica, emanazione dell'ultratrentennale movimento civista udinese del Fogolâr Civic, nella serata del 6 gennaio 2023, si rivolto, con missiva elettronica, alla Prima Cittadina di Cividale del Friuli, dott.ssa Daniela Bernardi, per sollecitare maggiore attenzione alle istituzioni civiche popolari nel quadro della celebre rievocazione storica in costume facente seguito ogni anno alla plurisecolare Messa dello Spadone. "Si rischia, infatti, di offrire anche didatticamente al pubblico regionale e forestiero un'idea alquanto sfasata del Medioevo friulano e del Tardo Trecento in particolare, soprattutto sul piano sociopolitico. Alle imperversanti signorie feudali, certo potentissime, oramai all'epoca si giustapponevano non meno potenti comunità cittadine, dotate sovente di assemblee popolari esercitanti direttamente o indirettamente i poteri locali. Vi erano inoltre i Comuni rustici, di carducciana memoria, microdemocrazie in un'Età di Mezzo che non fu solamente oscurantismo e tempi bui. Tutto questo non risalta agli occhi del profano che assiste alla rievocazione cividina del 6 gennaio. Chi dirà a quei bambini e ragazzini, affascinati da cavalli e armature, che è esistito un popolo cividalese non ridotto soltanto a recare doni in natura a principi e feudatari, ma anche a tutelarsi, tramite il proprio istituto democratico dell'Arengo, dal prevaricante dominio dei potenti? Chi dirà ai curiosi, locali e 'foresti', che la gente comune friulana di un tempo, per certi aspetti, era forse meno suddita di quella che oggi crede di essere libera? Forte può essere, nella società, la ricaduta formativo-educativa di simili manifestazioni retrospettive. L'immagine del passato messa in scena può farsi matrice modulabile di prospettive rivolte al presente e al futuro. L'idea di ciò che siamo stati o che abbiamo tentato di essere può incidere in modo significativo sui nostri obiettivi, le nostre ambizioni e le nostre speranze. Un popolo uso a sentirsi ripetere di essere stato sempre 'sotan' non può che rimanere tale in eterno!".