3 Aprile fogolarista udinese di fronte a Palazzo Panciera

03.04.2023

Sotto la balconata della residenza gentilizia dell'unico Capo di Stato udinese della Patria friulana storica, il movimento civista-euroregionalista della cosiddetta Capitale del Friuli ha spiegato le sue bandiere in occasione della festa nazionale della Friulanità, riflettendo sugli errori politici del passato e del presente. Il coordinatore prof. Travain: "Panciera fu patriarca di parte e questo condusse il Patriarcato allo sfascio; Fontanini si è dichiarato sindaco di parte: dove ci condurrà se lo rieleggiamo?".

Si sono dati appuntamento di fronte a Palazzo Panciera di Zoppola, in borgo Poscolle, a Udine, i più irriducibili del movimento civista-euroregionalista Fogolâr Civic / Fogolâr Politic "Europa Aquileiensis" per ricordare, oltre la retorica, i 946 anni della Patria del Friuli ossia dello Stato regionale friulano del Medioevo. Si sono incontrati di fonte alla casa gentilizia dell'unico monarca udinese di quella compagine: il patriarca aquileiese Antonio Panciera, figura di parte in un Friuli in preda a gelosie e ambizioni tradotte sovente e inesorabilmente in guerra civile sino alla perdita dell'indipendenza nazionale. "Antonio Panciera, un parvenu di origini pugliesi, divenne strumento attraverso il quale i Savorgnan di Udine tentarono di trasformare lo Stato costituzionale friulano, con forte impronta repubblicana, in una Signoria territoriale udinese sotto mentite spoglie. Questo provocò la reazione di chi non era affatto disposto a sottomettersi a simile tirannide, comportando un appello all'universo mondo – si fa per dire – e quindi l'intervento di potenze forestiere che si contesero il controllo del Friuli. Ciò aprì le porte a quasi quattro secoli di dominazione veneziana e più tardi anche asburgica. Che dire, allora, dell'oggi alla prova di quel passato? Quale messaggio per l'attualità ed in particolare per la politica? Non si può essere governanti di parte e sperare che, senza colpo ferire, le popolazioni si sottomettano a tirannia, che in concreto significa favoritismi, partigianerie, censure e ingiustizie. Noi, a Udine, oggi rischiamo davvero di vedere rieletto Primo Cittadino un personaggio politico che ha dichiarato di rappresentare alla fine non tutta la cittadinanza ma soltanto i suoi! Che vogliamo dire? Va bene così? È normale così? Amaro è constatare come affermazioni di tale squallore nel quadro di una civiltà democratica alta ed antica passino inosservate tra la gran massa o persino approvate. La plebe non è diventata popolo neanche nell'era delle lauree a pioggia!". Caustico ma vero, il prof. Alberto Travain, coordinatore fogolarista, ha attualizzato, nel tardo pomeriggio, del 3 aprile 2023, l'ultimo atto del Friuli indipendente festeggiato ogni anno in quella ricorrenza. Lo ha fatto a Udine, a Porta Poscolle, oggi Piazzale XXVI Luglio, in faccia a quell'Italia i cui modelli di governo padani la città interpretò ed importò nel Medioevo sino allo sfascio dello Stato friulano, irriducibile a un dominio urbano. "La verità è questa. Resto, nel bene e nel male, comunque, orgogliosamente udinese, ma la Storia è questa: è andata così. Qui l'Europa delle Monarchie e dei Parlamenti si è scontrata con l'Italia dei Comuni e delle Signorie! È andata così. Certo se il Friuli ovvero il Friuli Venezia Giulia di oggi non sapessero ancora trovare coesione, chissà se forse il prevalere di un centro su tutti gli altri garantisse – extrema ratio – quel dato di aggregazione e di affiatamento che per il momento non si registra! Una Udine per lo meno trascinante, carismatica, amata, non guasterebbe al congerie friulana!". Intervenute anche le due commissarie politiche del movimento fogolarista maestra Manuela Bondio e prof.ssa Renata Capria D'Aronco, oltre alla decana sig.ra Milvia Cuttini e all'intendente sig.ra Marisa Celotti. 

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